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giovedì 28 marzo 2024

LA MADIA E IL CAPANNO — il Blog di Barbara Mori

Barbara Mori

BARBARA MORI - Appassionata cuoca e scrittrice per diletto, si divide rocambolescamente tra lavoro e famiglia, fornelli e PC. Crede profondamente nella necessità di ritornare progressivamente ad uno stile di vita più semplice e naturale e crede anche che questo percorso possa tranquillamente partire da una pentola sul fuoco.

Spuntini di viaggio

di Barbara Mori - lunedì 25 maggio 2015 ore 08:39

Nella vita di una persona “il viaggio” è importante. Non importa se lungo, corto, transoceanico o fuori porta. L’importante è che sia vissuto, non completamente organizzato, incerto quanto basta, possibilmente sorprendente.

Il viaggio è scoperta, avventura, se la nostra meta non ci riserva sorprese, se sappiamo già tutto quello che ci aspetta prima della partenza, il nostro, più che un viaggio, sarà un’ispezione di verifica.

Oggi, con la globalizzazione, anche i gusti si sono uniformati e ci è possibile trovare sugli scaffali dei supermercati e delle gastronomie veramente di tutto, da ogni parte del mondo. Ma qualche decennio fa la cosa più curiosa e sorprendente, il primo segno di esoticità in un viaggio erano i sapori inconsueti, gli odori che dalle cucine invadevano i vicoli sconosciuti. I profumi dei mercati che offrivano ogni tipo di stramberia commestibile.

Io ho la fortuna di aver viaggiato abbastanza, soprattutto da giovanissima. Pochi hotel, pochissimi soldi in tasca, biglietti solo andata, sacchi a pelo e tanta fame ma che ricordi io ed i miei compagni di viaggio!

A Parigi l’”omelette complete” sui prati del Trocadero, a Luxor i cetrioli con la tahina scroccati al nostro amico felucaio Mohamed, a New York il mio primo hot dog ad Harlem ascoltando un gospel per strada. A Selinunte gli arancini di riso divorati sui marmi delle colonne cadute a fette, nel deserto algerino il latte di cammello buttato giù in un sorso solo, al Cairo colazione the e frittata, a Istambul spiedini di agnello speziati su una panchina al Taksim Park, ad Amsterdam scatoletta di sgombri alla stazione, seduti sulle valigie dopo aver perso il treno, ad Atene il riso nelle foglie di vite sugli scalini della Plaka, a Londra fish & chips nella carta gialla passeggiando per i dockslands, a Berlino il mio primissimo kebab. I datteri ripieni a Tenerife, il cous cous nel cartoccio alla Medina di Fes, mangiato con le dita, il pesce pescato e arrostito sulla barca a Ponza…. le cose più buone del mondo… o era la fame?

IL PANINO DEL VIAGGIATORE

Il primo pasto di ogni viaggio, comunque, era nello zaino. Quasi come se fosse un rito o una benedizione, mamma ogni volta che partivo mi preparava due panini con la frittata e quello che c’era di stagione.

Se si partiva a maggio, spesso il panino era con la frittata di baccelli e pecorino…

  • 4 fette di pane toscano
  • 1 uovo
  • 1 manciata di baccelli
  • 1fetta di pecorino tagliata a dadini
  • Sale, pepe, olio evo qb

Sbatto l’uovo in una scodella con sale, pepe e un goccio d’acqua.

Aggiungo i baccelli, il pecorino e mescolo.

Scaldo una padella con un goccio d’olio e verso il composto

Faccio rapprendere e cuocio da ambo i lati non troppo, lasciando la frittata morbida.

Divido la frittata in due e riempio i panini.

La base di frittata ha un duplice effetto: quello di ammorbidire il pane e quello di tenere insieme ingredienti che altrimenti cadrebbero… il terzo effetto è che il pane con la frittata è troppo buono!

Barbara Mori

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