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Attualità lunedì 26 ottobre 2020 ore 17:31

Da 25 sindaci un appello per la revisione del Dpcm

I sindaci del grossetano chiedono la revisione del nuovo decreto anti-Covid: "Giusto diversificare le limitazioni in base alle realtà dei territori"



PITIGLIANO — Venticinque sindaci della provincia di Grosseto hanno firmato un appello indirizzato al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, per rivedere le misure contenute nel nuovo Dpcm.

L'appello è stato sottoscritto dai sindaci di Pitigliano, Santa Fiora, Grosseto, Scarlino, Capalbio, Castel del Piano, Isola del Giglio, Civitella Paganico, Semproniano, Magliano in Toscana, Campagnatico, Orbetello, Monterotondo Marittimo, Castiglione della Pescaia, Cinigiano, Roccastrada, Castell'Azzara, Manciano, Gavorrano, Seggiano, Roccalbegna, Arcidosso, Sorano, Massa Marittima e Montieri.

Al centro della questione, la chiusura alle 18 per bar e ristoranti che i sindaci definiscono "non compatibile" con la realtà presente nei centri abitati che amministrano. "Riteniamo giusto diversificare le limitazioni in base alle realtà dei territori e al diverso andamento epidemiologico - si legge nell'appello- rapportando il numero dei contagiati a quello degli abitanti, considerando anche la densità demografica e la situazione dei territori limitrofi".

"L'Italia  - scrivono i sindaci- è una nazione complessa e diversificata, la tipologia e qualità delle relazioni sociali è conseguente a un territorio fatto di aree urbane, ma in prevalenza da piccoli Comuni con borghi e centri scarsamente abitati. Il distanziamento fisico è in questi luoghi una condizione normale dettata dalla bassa a volte bassissima presenza umana. I nostri paesi rappresentano l'ossatura dell'Italia con la loro ricchezza culturale e umana che resiste garantendo le caratteristiche della nostra nazione. La vita dei nostri Comuni è basata su tante piccole cose e sono i bar e i ristoranti a rappresentare il tessuto fragile, ma socialmente importante che mantiene anche un'economia basata su turismo, prodotti di qualità e servizi. Le norme, per essere buone norme, devono basarsi su una corretta analisi di dove e come verranno applicate. Quelle del recente Dpcm, in cui viene fissata ad esempio una generalizzata chiusura degli esercizi pubblici alle ore 18, sono in questo senso regole che non rispettano la realtà ed in particolare quella delle popolazione dei Comuni più piccoli".


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